8-9-10 Febbraio: incontro con i ragazzi delle classi 2e della Scuola Media di Samarate

E chi lo avrebbe mai detto?

Incredibile, ma vero, a Febbraio andrò a parlare con dei ragazzi delle medie e non in una scuola qualsiasi, ma in quella che è stata a “mia” scuola media (quella con le pareti verde ospedale, anche se le superiori non sono state più originali col colore dei muri).

Non lo avrei mai pensato, per tanti motivi. Perché qui da me è difficilissimo organizzare “cose” (avrete notato che a presentare me ne vado spesso in giro), perché anche se ho frequentato lì e mia madre ci ha insegnato per anni non sono mai stata molto in contatto, perché non pensavo che avrei potuto parlare con dei ragazzi delle medie. Invece, eccomi qui, più o meno pronta a ben tre incontri con tre differenti classi tutte 2e, che verteranno sul genere fantasy.

Non è la prima volta che parlo con dei ragazzi a scuola, lo avevo già fatto, ma con dei ragazzi delle superiori (che saranno le prossime vittime, perché in programma c’è anche un incontro nella scuola superiore che ho frequentato, sul tema “scrivere un romanzo”), però è la prima volta che incontro studenti così giovani e, devo dire, sono emozionata, ma anche galvanizzata dalla cosa.

Uno dei “propositi per il futuro” è, senz’altro, provare a scrivere qualcosa per un pubblico più giovane.

Io ho questo rapporto conflittuale con la letteratura per ragazzi, per cui ne ho un profondo rispetto e ho stima per chi la pratica con serietà e capacità, ci sono dei romanzi per ragazzi che adoro e che rientrano senza dubbio nella lista dei miei preferiti, due dei miei editori preferiti in Italia fanno letteratura per ragazzi (Salani e Giunti), però capita anche spesso che mi ritrovi in difficoltà con questo genere di narrativa, proprio perché è molto difficile e rimango a volte perplessa di fronte alle scelte operate in questo settore o perché fatico a inquadrare il modo di pensare dei ragazzini.

Per cui credo che questi incontro saranno utilissimi anche per me, per cercare di capire come vivono i ragazzi più giovani il fantasy e che cosa voglio davvero da un romanzo.

Io, si sa, non sono del tutto a favore dei baby-scrittori, non penso, infatti, che per parlare ai ragazzi ci vogliano dei ragazzi, ma noto anche una certa difficoltà degli scrittori adulti di “mettersi nei panni” dei più giovani.

Ad esempio, io non capisco fin dove ci si possa spingere con la violenza. Se prendiamo una serie come Harry Potter dal mio punto di vista non è adatta, specie negli ultimi volumi, a un pubblico giovane, eppure è una serie di romanzi per ragazzi. E allora? C’è un gap tra ciò che noi, adulti o presunti tali, pensiamo possano comprendere i ragazzini e ciò che invece loro sono in grado realmente di assimilare.

Giocano a video game che probabilmente nessuno di noi metterebbe mai consapevolmente nelle loro mani. Guardano Dragon Ball all’ora di pranzo. Non dubito che seguano I Simpson molto più di me.

Quando è uscito il bando per il concorso della Piemme per il Battello a Vapore, ho cercato di farmi una cultura grazie alle schede e ai romanzi che mia madre, insegnante delle medie, ha in casa proprio di quella collana. Ebbene, mi sono sorpresa perché anche i testi della fascia d’età maggiore erano molto più infantili di quel che mi aspettassi. E mi sono posta il problema su fino a che punto mi potessi spingere per scrivere un romanzo indirizzato a quel pubblico. Difatti non l’ho fatto.

In un certo senso mi sono anche chiesta: ma questo è quello che leggono i ragazzi o è quello che gli adulti vorrebbero che leggessero?

Perché Twilight o un Licia Troisi del Mondo Emerso, sono adatti dai 16 anni in su, ma è indubbio che siano stati letti anche da ragazzi(e) molto più giovani. Però erano adatti?

Perché non abbiamo problemi se dei ragazzini leggono La Tregua o Anna Frank. Eppure non sono testi facili, non trattano argomenti leggeri e immediati. Eragon e seguenti sono romanzi con passaggi di battaglie e di morti, ma nessuno esita a considerarli testi per ragazzi.

Cioè, il mio dubbio è sempre stato un po’ questo: fino a che punto e con quali elementi posso definire un romanzo adatto a un pubblico giovane. E poi, attenzione, perché 7 anni non è uguale a 13 anni.

Per cui penso che questi incontri saranno una bella occasione di confronto per aiutarmi a capire.

È un ragionamento che ho fatto anche in questi giorni riguardo Kizu no Kuma. Nella catena del gruppo Terra di Altrove su aNobii, un lettore mi ha chiesto se sarebbe stato adatto a un bambino di 11 anni, nell’altra catena l’autrice Cristina Contilli ha notato la violenza della scena del massacro e ne è rimasta colpita.

Premettendo che fino adesso non mi sono mai messa di fronte al foglio bianco pensando che quello che scrivevo potesse andare in mano a un pubblico giovane, perché anche abbassando molto la soglia del target che mi pongo come riferimento non credo che scenderei mai sotto i 16 anni, tutto questo mi ha dato da pensare.

Certi elementi culturali del mondo che ho costruito probabilmente sono un po’ forti, ma fanno parte e derivano da una cultura e da una società che in qualche modo esigono e sono attraversati da una certa dose di durezza. Sinceramente, ho sempre pensato che il motivo per cui quello che scrivevo non fosse adatto a un pubblico giovane fosse un altro, fosse quello che, leggendo La Congrega Bianca, ha rilevato la PIEMME, ovvero uno stile troppo articolato, personaggi e storia troppo complessi, attraversati anche da un lato introspettivo molto forte.

Sono tutti ragionamenti di cui terrò conto nel momento in cui mi metterò alla prova (e potete scommettere che lo farò!) con un testo per ragazzi, perché voglio assolutamente provare, per me stessa, per vedere se sono capace e cosa riesco a tirare fuori.

6 pensieri su “8-9-10 Febbraio: incontro con i ragazzi delle classi 2e della Scuola Media di Samarate

  1. Ciao Fra!
    Anzitutto complimenti! Deve essere un’esperienza straordinaria parlare di scrittura nella propria ex scuola! Ti faccio un grandissimo in bocca al lupo!
    Tornando alla letteratura per ragazzi… bé, a me piace molto, come credo tu sappia, e avendo letto un bel po’ di “roba” sull’argomento, provo a darti una mano (se non sono indiscreto).
    Dunque, Harry Potter subisce una sorta di cambiamento nel corso della storia. Nel primo libro è un ragazzino, nell’ultimo può già essere definito un uomo. La Rowling ha incupito le atmosfere dei romanzi concedendo ad esse una sfumatura dark ed enfatizzato tutti quei caratteri che non venivano trattati nei primi libri (quali l’amore, i dissidi tra amici ecc…) questo perché consoni, forse, a un’età più adulta. C’è da dire che un litigio tra due bambini e uno tra due adolescenti non sono la stessa cosa. E lo si comprende benissimo nell’ultimo libro della Rowling, dove il contrasto Hermione/Ronald non si risolve proprio in due pagine.
    A mio parere la letteratura per ragazzi dovrebbe “parlare ai ragazzi” e soprattutto invogliarli a proseguire nella storia. Ciò si ottiene caratterizzando al meglio uno o più personaggi. Alcuni sostengono che sia meglio caratterizzare alla perfezione solo il protagonista e gli aiutanti dello stesso, il tutto per non rendere il romanzo eccessivamente intricato e complesso e quindi appesantirne la lettura. Inoltre è importante che l’eventuale ragazzo “lettore” si immedesimi nella storia e ne venga catturato. Far sognare un ragazzo è forse la chiave giusta per scrivere un buon romanzo per un giovane pubblico. Il ragazzo in questione, infatti, crescendo, non ricorderà la trama per filo e per segno e magari rileggendola gli sembrerà più piatta di quanto non gli era parsa alla prima lettura, ma il ricordo delle sensazioni provate resta vivido nei pensieri. È come quando un ragazzo termina di leggere Harry Potter e pensa: “vorrei frequentare Hogwarts anch’io”.
    E poi, un romanzo per ragazzi dovrebbe presentare dei “ragazzi”, appunto. Sempre per la questione “immedesimazione”. Infine c’è il senso dell’ironia, anche velata, che se utilizzata nel modo giusto riesce a divertire i lettori, incitandoli a proseguire.
    Naturalmente si tratta di opinioni personali. Spero possano esserti di aiuto in qualche modo. Ancora in bocca al lupo! Un saluto!
     
    Mario.

  2. Ciao carissimo! Sì, grazie. Mi sono tenuta anche la mail che ti scrissi un pò di tempo fa sull’argomento, così quando arriverà il momento avrò un pò di materiale su cui ragionare

  3. Credo che la violenza sia una forte discriminante. In quanto a complessità, penso che i ragazzi diano dei punti a molti adulti. E’ un’età per molti versi travagliata, niente di strano che siano capaci di cogliere sfumature del tutto inattese. Il che obbliga anche alla massima chiarezza, per non avere risultati indesiderati. Mario parla d’immedesimazione e di sogno. Concordo in pieno  
    Ma davvero vuoi cimentarti con la narrativa per ragazzi? Mai stata curiosa di provare qualcosa al di fuori del fantasy? Sarebbe interessante…

  4. Al di fuori del fantasy MAI! Una volta ho provato, sull’onda della mia passione per la Yoshimoto, ma non è il mio mondo narrativo. Invece il fantasy per ragazzi…  non mi dispiacerebbe provare

  5. Col tuo amore per la documentazione e la ricerca ti vedevo bene nel romanzo storico. E non cambio idea   Comunque brava! Fai bene a seguire le tue passioni.

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