CONSIGLI A UN GIOVANE SCRITTORE… CHE RICEVE UNA PROPOSTA EDITORIALE

Non penso che ci siano regole particolari da seguire nel momento in cui si riceve una proposta. Credo che ognuno debba pensare molto bene e molto seriamente a ciò che vuole ottenere dalla pubblicazione, a quale sia il suo scopo. Anzi, penso che queste riflessioni debbano essere fatte prima di spedire i testi, nel momento in cui si scelgono gli editori da contattare. Nessuno può scegliere al posto dell’autore, solo lui/lei può decidere del destino del proprio testo. Per cui, semplicemente e con buon senso, si dovrebbe pensare realisticamente a ciò che si vuole fare.

Io non sono nemmeno una di quelle persone che tempesta contro gli editori a pagamento e che scoraggia a pubblicare con chi chiede un contributo. Suggerisco, in questi casi, di approfondire un po’ la conoscenza del fenomeno, di capire se il contributo è chiesto perché “c’è sotto qualcosa” (ad esempio una distribuzione inesistente, che significa, in fin dei conti, che l’editore vive dei contributi e non è effettivamente interessato a vendere il vostro libro) oppure se è chiesto (magari in termini di un numero limitato di copie. Limitato, mi raccomando, non siete voi a dovervi accollare la distribuzione) veramente come sostegno al progetto, che però poi può muoversi sulle sue gambe. Tanto dipende anche dalla cifra del contributo. Insomma, come hanno detto anche alcuni editori in interviste apparse online, il contributo non è sempre sinonimo di truffa, ci sono spesso delle motivazioni validissime dietro a questa richiesta. Capisco che il mondo dell’editoria possa apparire una vasca di squali agli occhi dei neofiti (e anche di chi un po’ ci ha navigato), però con un po’ di senso pratico e, ripeto, buon senso si può navigare a vista e imparare a stare a galla.

Se devo essere sincera quello che mi sento di sconsigliare, veramente, è l’affidarsi a stampatori. Tra un piccolo editore e uno stampatore ci sono delle differenze ed io preferisco un piccolo editore, che però sia un editore, piuttosto che stampare il mio libro e non avere alcuna altra garanzia di sorta.

Diverso è il discorso dell’autoproduzione che, sentendo alcuni autori che l’hanno provata, lascia una maggiore libertà, anche se, come è ovvio, richiede un impegno notevole poiché è l’autore che deve seguire tutte le fasi della vita del libro.

Però anche in questi due casi tutto sta alle scelte e alle possibilità, non solo economiche, ma anche di tempo e conoscenze, dell’autore stesso.

Ma parlavamo di autori che ricevono una proposta editoriale.

Signori e signore… se posso permettermi, io consiglierei fondamentalmente tre cose nel momento in cui arriva una proposta:

         far valutare il contratto da un legale;

         sperimentare la distribuzione dell’editore andando a cercare di libri effettivamente nelle librerie e magari provando a chiedere a un libraio di ordinarli;

         leggere un romanzo pubblicato dall’editore (anche questa, magari, sarebbe una cosa da fare anche prima di spedire il testo, ma se ricevete una proposta almeno andate a guardare come sono i testi per avere anche un’idea di come sarebbe il vostro se firmaste il contratto);

Pochi semplici consigli, dettati dal buon senso, insomma.

Ricordare che editing, distribuzione e promozione del testo sono fasi importanti del processo di pubblicazione e che la firma del contratto non è il punto d’arrivo, ma l’inizio di un percorso. I libri non si vendono da soli, per cui se non ci mettete un po’ del vostro… difficilmente riuscire ad arrivare a un pubblico più vasto della cerchia di amici e parenti.

Tenete i piedi per terra. Pubblicare con un grande editore è un sogno concesso a pochissimi (non credete alle favole che si raccontano in rete!), mentre pubblicare con un editore medio-piccolo richiede da parte vostra impegno, perseveranza e pazienza, ma può dare comunque delle soddisfazioni.

I bocca al lupo a tutti quanti.

7 pensieri su “CONSIGLI A UN GIOVANE SCRITTORE… CHE RICEVE UNA PROPOSTA EDITORIALE

  1. Un sito che dà ottimi consigli agli esordienti è “Il rifugio degli esordienti”.
    http://www.danaelibri.it/rifugio/soccorso/
    Mi ha dato una mano quando anch’io ero dispersa nelle nebbie dell’editoria: poche chiacchiere e consigli utili, chiari ed essenziali. Nulla a che vedere con le guerre di religione pro o contro editoria a pagamento che scoppiano in tanti forum di aspiranti scrittori e che contribuiscono a confondere ulteriormente le idee, in un mondo di per sé già terribilmente caotico e poco regolamentato.

  2. visto il tema, mi permetto un paio di domande collegate..

    premesso che un esordiente probabilmente riceve molto piacere già dalla mera pubblicazione E distribuzione della sua opera, c’è comunque da tenere in considerazione anche l’aspetto economico della cosa…

    supponiamo che io termini la mia opera e la sottoponga ad un certo numero di editori, sia medio/piccoli come anche grandi nomi da bestseller.
    1) seguo la strada del fai-da-te, oppure può aver senso un agente?

    2) a prescindere da questo, una volta ricevuto e letto il contratto, come posso dare un giudizio sulla parte economica? esiste uno standard?

    scusate la banale ignoranza…

  3. guarda io ad agenti non mi sono mai affidata. so di colleghi che lo hanno fatto.
    il problema è che le agenzie costano, quindi dipende anche da quanto sei disposto a spendere in termini puramente monetari.

    beh, per capire se ti stanno fregando puoi sempre andare su un sito di stampa online e farti fare un preventivo… se dal preventivo risulta un costo di 500 per lo stesso numero di copie e l’editore te ne chiede 3000…
    puoi consultare anche uno stampatore per valutare il costo.
    ad ogni modo è sempre utile capire chi è il distributore per verificare se l’opera sarà effettivamente disponibile sul mercato.
    e poi, ripeto, buon senso. tanto dipenda dal numero di pagine, dalla qualità della carta, dal tipo di copertina… tutto questo, e anche altro, fa il prezzo di un libro

  4. a dire il vero, quanto a parte economica, intendevo i compensi, la percentuale, spettante all’autore e non il prezzo da pagare per pubblicare “previo contributo alle spese”…
    es. per Faletti avevo letto di un euro a copia… per un povero disperso sconosciuto alla prima avventura, cosa ci si può aspettare?
    grazie ancora…

  5. intendi il diritto d’autore… mah, dipende… le grandissime casi, che fanno tiratiure molto alte, fanno diritti d’autore bassi dal 2 al 4%, ma forse una media è intorno al 10%

  6. grazie.
    non che io mi trovi ad affrontare il dilemma al momento, ma visto che e un aspetto di cui nessuno dice molto nei vari ambiti in cui si affronta il tema, mi sembrava completasse il tuo discorso.

    R

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